Estratto del Programma Pastorale stilato dal vescovo Mons. Lupi:
La crisi spirituale e culturale che attanaglia il mondo ha le sue prime vittime nelle nuove generazioni, come è anche vero che l’impegno per una società migliore trova in esse le più eminenti speranze. La Chiesa ha sempre il compito di aprirsi alla voce dello Spirito, che parla anche con la voce dei giovani. I giovani sono speranza del futuro e, al tempo stesso, “sfida” per l’avvenire della Chiesa stessa. Essi hanno grandi potenzialità che attendono talvolta solo di essere accolte e fatte crescere. Questo deve stimolarci ancora di più a realizzare creativamente e coraggiosamente l’annuncio del vangelo al mondo giovanile: un mondo frammentato, con diverse identità, in continua evoluzione, e per questo affascinante . Il rapido e tumultuoso cambiamento culturale e sociale, l’affermarsi di un prolungato periodo di “giovinezza” prima di far parte delle responsabilità degli adulti, la difficoltà o impossibilità a trovare lavoro in zona savonese, specie per che ha un titolo di studio universitario, le pressioni della società dei consumi, tutto concorre a profilare il pianeta giovani come mondo dell’attesa, non di rado del disincanto e della noia, se non dell’angoscia e dell’emarginazione. L’allontanamento dalla Chiesa, o almeno una diffidenza nei suoi confronti, serpeggia in tanti come atteggiamento di fondo. Vi si riflettono spesso la carenza del sostegno spirituale e morale delle famiglie e le debolezze della catechesi ricevuta. D’altra parte forte e impetuosa è in tanti casi la loro spinta alla ricerca di senso, alla solidarietà, all’impegno sociale, alla stessa esperienza religiosa. A fianco a fianco convivono nel mondo degli adulti risposte diverse alla richiesta di educazione che arriva dal mondo giovanile: alcuni rinunciano scoraggiati, altri trovano invece nel rapporto con i giovani nuovo slancio vitale. Questa situazione giovanile determina anche una particolare fragilità e difficoltà nel rispondere alla chiamata vocazionale, sia essa al matrimonio o alla vita consacrata o al presbiterato. La crisi delle vocazioni che investe tutto il mondo occidentalizzato ne è il segno eloquente. La comunità diocesana dovrà reagire con ogni mezzo a questa realtà dalla quale dipende la sua vita futura: la preghiera, l’impegno educativo, la particolare attenzione a giovani che si dimostrino sensibili ai valori spirituali.
Proposte concrete
L’ufficio per la pastorale giovanile sia il luogo di coordinamento e promozione delle attività per i giovani. Ne facciano parte animatori e rappresentanti delle diverse realtà ecclesiali. Elabori un progetto, continuamente rivisto, di proposta cristiana ai giovani della nostra Diocesi
Per la fascia di età 12 – 18 anni:
- In ogni parrocchia, o unità pastorale ci sia una attività per gli adolescenti da proporre ai cresimati. Se non fosse possibile in loco, vedere se è possibile avere contatti con le parrocchie o unità pastorali vicine, in modo che gli adolescenti abbiano delle proposte significative. Lo stesso si dica per l’aggregazione giovanile: quando non fosse possibile in parrocchia, ci sia almeno un punto di riferimento a una parrocchia vicina cui inviare eventuali giovani interessati ad una qualche attività in campo ecclesiale. Gli educatori siano debitamente formati a livello diocesano o all’interno delle associazioni
- La Pastorale giovanile d’intesa con i movimenti giovanili ecclesiali, in primis l’Azione Cattolica Giovani e l’AGESCI studi la possibilità di una festa dei cresimati da farsi a livello diocesano in autunno, con una catechesi fatta da persone esperte e capaci di parlare in modo dinamico ai ragazzi e con la proposta di continuare gli incontri, comunicando le varie iniziative che si portano avanti per loro nelle parrocchie, nelle unità pastorali e nei movimenti.
- Per un’adeguata formazione, che promuova una crescita integrale dell’adolescente, si incoraggino l’esperienza dell’accompagnamento da parte di un “padre” (o una “madre”) spirituale, nella prospettiva di un cammino di fede personale, e si favoriscano allo stesso tempo, esperienze di servizio, personali o di gruppo, per aprire alla dimensione comunitaria.
Per la fascia di età 18 – 30 anni:
- I giovani maggiorenni siano oggetto di una rinnovata attenzione. Quelli di loro che svolgono generosamente un servizio nella chiesa siano ascoltati, sostenuti, accompagnati, valorizzati, incoraggiati. Se ne sostenga altresì il servizio con un’adeguata formazione. Ma si propongano anche iniziative volte ad interrogare sul senso della vita con Cristo all’interno della comunità. Si aiuti la loro ricerca religiosa con una proposta coraggiosa di alto profilo spirituale.
- La stragrande maggioranza dei giovani di quest’età ha abbandonato ogni frequenza ecclesiale. Non si abbandoni la missione nei loro confronti. Si favorisca la formazione di nuove figure di giovani evangelizzatori che si rendano protagonisti dell’annuncio ai coetanei al di fuori dei canali consueti di aggregazione ecclesiale, come già avviene in altre parte d’Italia
- Esistono movimenti che sono incisivi nel mondo giovanile; con la attenzione che è dovuta sempre in questi casi, non sarebbe male favorirne la presenza anche da noi, purché siano sempre seguiti da un sacerdote che li guidi e li mantenga inseriti nella dinamica della pastorale diocesana.
- Una attenzione tutta particolare sia riservata alla preghiera e alle attività di promozione vocazionale. E’ bene che ogni parrocchia dedichi, almeno una volta al mese, un’ora di adorazione per le vocazioni sacerdotali e religiose. Accanto alla preghiera è bene che le attività come gli incontri che già si svolgono mensilmente in seminario, siano portate a conoscenza dei giovani e vengano invitati personalmente quei ragazzi che si percepiscono particolarmente sensibili.
- Di fronte al vuoto di valori e di ideali che è presente in tanti giovani è doveroso un esame di coscienza da parte degli adulti e soprattutto trovare vie per incontrare i giovani dove sono. Anche qui, come in altri campi, non possiamo agire da soli, ma dobbiamo metterci in rete con altri soggetti interessati al mondo giovanile. In particolare il mondo della scuola sia oggetto di attenzione e cura; gli adulti educatori nelle scuole superiori e nell’università, che si riconoscono nella Chiesa, si incontrino e collaborino con l’ufficio Scolastico Diocesano e con quello per la Pastorale Giovanile.