Veglia di preghiera Madonna di Misericordia 2025
Canto iniziale: ECCO IL NOSTRO SÌ
Fra tutte le donne scelta in Nazareth
Sul tuo volto risplende
il coraggio di quando hai detto Sì
Insegna a questo cuore l’umiltà
Il silenzio d’amore
La Speranza nel figlio tuo Gesù
Ecco il nostro Sì, nuova luce che rischiara il giorno
E’ bellissimo regalare al mondo la Speranza
Ecco il nostro Sì, camminiamo insieme a te Maria
Madre di Gesù, madre dell’umanità
Nella tua casa il verbo si rivelò
Nel segreto del cuore
il respiro del figlio Emmanuel
In segna a queste mani la fedeltà
a costruire la pace
Una casa comune insieme a Te
Donna dei nostri giorni sostienici
Guida il nostro cammino
con la forza di quando hai detto “Sì”
Insegnaci ad accogliere Gesù
noi saremo Dimora
La più bella poesia dell’anima
- – Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. – Amen
- – IL Signore sia con voi. T. – E con il tuo Spirito
Introduzione
- – Ci troviamo insieme per pregare Maria Madre di Misericordia perché ci accompagni in questo anno giubilare da poco iniziato e che vedrà protagonisti, fra gli altri, anche molti ragazzi adolescenti della nostra Diocesi.
In questo momento affidiamo in particolare a Maria il nostro Papa Francesco.
La preghiera sarà suddivisa in cinque momenti, nei quali ascolteremo una parte della Spes non confundit, la bolla di indizione del Giubileo, legata a un brano della Parola e pregheremo metà decina del Rosario.
Questi momenti ci aiuteranno a dedicare la nostra preghiera ad alcune categorie di persone in particolare e saranno intramezzati da brani musicali eseguiti dalla Banda Forzano.
Primo momento
La speranza non delude
Dalla Spes non confundit
«Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5). Nel segno della speranza l’apostolo Paolo infonde coraggio alla comunità cristiana di Roma. La speranza è anche il messaggio centrale del prossimo Giubileo, che secondo antica tradizione il Papa indice ogni venticinque anni. Penso a tutti i pellegrini di speranza che giungeranno a Roma per vivere l’Anno Santo e a quanti, non potendo raggiungere la città degli apostoli Pietro e Paolo, lo celebreranno nelle Chiese particolari. Per tutti, possa essere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, «porta» di salvezza (cfr. Gv 10,7.9); con Lui, che la Chiesa ha la missione di annunciare sempre, ovunque e a tutti quale «nostra speranza» (1Tm 1,1). Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza. La Parola di Dio ci aiuta a trovarne le ragioni. Lasciamoci condurre da quanto l’apostolo Paolo scrive proprio ai cristiani di Roma.
Dalla lettera agli Ebrei (6,18-20)
Il Signore ci diede sia la sua promessa che il suo giuramento, in modo che potessimo contare in pieno su questi due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio non sia sincero. E tutti quelli che cercano scampo in Dio per avere la salvezza sono incoraggiati dalla promessa e dal giuramento di Dio: ora possono sapere senza dubbio che egli darà loro la salvezza che ha promesso.
Questa sicura speranza di essere salvati è come lʼàncora della nostra anima, è la speranza che ci lega a Dio stesso e penetra al di là delle sacre cortine del cielo, 20 dove Cristo entrò prima di noi ad intercedere per la nostra causa, quando divenne «sommo sacerdote per sempre, secondo lʼordine di Melchisedek».
Breve intervento del vescovo
Padre Nostro, Ave Marie…, Gloria
Momento musicale: Inno a N. S. di Misericordia
Secondo momento:
speranza per gli ammalati
Dalla Spes non confundit
- Segni di speranza andranno offerti agli ammalati, che si trovano a casa o in ospedale. Le loro sofferenze possano trovare sollievo nella vicinanza di persone che li visitano e nell’affetto che ricevono. Le opere di misericordia sono anche opere di speranza, che risvegliano nei cuori sentimenti di gratitudine. E la gratitudine raggiunga tutti gli operatori sanitari che, in condizioni non di rado difficili, esercitano la loro missione con cura premurosa per le persone malate e più fragili. Non manchi l’attenzione inclusiva verso quanti, trovandosi in condizioni di vita particolarmente faticose, sperimentano la propria debolezza, specialmente se affetti da patologie o disabilità che limitano molto l’autonomia personale. La cura per loro è un inno alla dignità umana, un canto di speranza che richiede la coralità della società intera.
Dal Vangelo secondo Matteo (25,34-40)
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.
Breve intervento del vescovo
Padre Nostro, Ave Marie…, Gloria
Momento musicale W. A. Mozart, Ave Verum Corpus K 618
Terzo momento:
speranza per i poveri
Dalla Spes non confundit
- Speranza invoco in modo accorato per i miliardi di poveri, che spesso mancano del necessario per vivere. Di fronte al susseguirsi di sempre nuove ondate di impoverimento, c’è il rischio di abituarsi e rassegnarsi. Ma non possiamo distogliere lo sguardo da situazioni tanto drammatiche, che si riscontrano ormai ovunque, non soltanto in determinate aree del mondo. Incontriamo persone povere o impoverite ogni giorno e a volte possono essere nostre vicine di casa. Spesso non hanno un’abitazione, né il cibo adeguato per la giornata. Soffrono l’esclusione e l’indifferenza di tanti. È scandaloso che, in un mondo dotato di enormi risorse, destinate in larga parte agli armamenti, i poveri siano «la maggior parte […], miliardi di persone. Oggi sono menzionati nei dibattiti politici ed economici internazionali, ma per lo più sembra che i loro problemi si pongano come un’appendice, come una questione che si aggiunga quasi per obbligo o in maniera periferica, se non li si considera un mero danno collaterale. Di fatto, al momento dell’attuazione concreta, rimangono frequentemente all’ultimo posto». Non dimentichiamo: i poveri, quasi sempre, sono vittime, non colpevoli.
Dal libro del profeta Isaia (58, 6-10)
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?
Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà;
implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».
Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se offrirai il pane all’affamato,
se sazierai chi è digiuno,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
Breve intervento del vescovo
Padre Nostro, Ave Marie…, Gloria
Momento musicale:C. Franck, Panis Angelicus
Quarto momento:
speranze di pace
Dalla Spes non confundit
- Il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra. Immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a 5 una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza. Cosa manca ancora a questi popoli che già non abbiano subito? Com’è possibile che il loro grido disperato di aiuto non spinga i responsabili delle Nazioni a voler porre fine ai troppi conflitti regionali, consapevoli delle conseguenze che ne possono derivare a livello mondiale? È troppo sognare che le armi tacciano e smettano di portare distruzione e morte? Il Giubileo ricordi che quanti si fanno «operatori di pace saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). L’esigenza della pace interpella tutti e impone di perseguire progetti concreti. Non venga a mancare l’impegno della diplomazia per costruire con coraggio e creatività spazi di trattativa finalizzati a una pace duratura.
Dalla lettera di San Paolo apostolo agli Efesini (2,13-17)
Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne.
Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.
Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù.
Breve intervento del vescovo
Padre Nostro, Ave Marie…, Gloria
Momento musicale: B. De Marzi, Signore delle Cime
Quinto momento:
speranza per i giovani
Dalla Spes non confundit
- Di segni di speranza hanno bisogno anche coloro che in sé stessi la rappresentano: i giovani. Essi, purtroppo, vedono spesso crollare i loro sogni. Non possiamo deluderli: sul loro entusiasmo si fonda l’avvenire. È bello vederli sprigionare energie, ad esempio quando si rimboccano le maniche e si impegnano volontariamente nelle situazioni di calamità e di disagio sociale. Ma è triste vedere giovani privi di speranza; d’altronde, quando il futuro è incerto e impermeabile ai sogni, quando lo studio non offre sbocchi e la mancanza di un lavoro o di un’occupazione sufficientemente stabile rischiano di azzerare i desideri, è inevitabile che il presente sia vissuto nella malinconia e nella noia. L’illusione delle droghe, il rischio della trasgressione e la ricerca dell’effimero creano in loro più che in altri confusione e nascondono la bellezza e il senso della vita, facendoli scivolare in baratri oscuri e spingendoli a compiere gesti autodistruttivi. Per questo il Giubileo sia nella Chiesa occasione di slancio nei loro confronti: con una rinnovata passione prendiamoci cura dei ragazzi, degli studenti, dei fidanzati, delle giovani generazioni! Vicinanza ai giovani, gioia e speranza della Chiesa e del mondo!
Dal Vangelo secondo Matteo (5,13-16)
Voi siete il sale della terra; ora, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente, anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.
Breve intervento del vescovo
Padre Nostro, Ave Marie…, Gloria
Salve Regina
Preghiamo
O Dio d’infinita sapienza,
tu hai scelto come Madre del Salvatore
la beata Vergine Maria,
eccelsa tra gli umili e i poveri di Israele;
fa’ che accogliendo con fede viva la tua parola
impariamo a riporre solo in te
ogni speranza di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
La benedizione di Dio onnipotente, Padre e FigLio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
Canto finale: Ave Maria
Ave Maria, Ave….
Donna dell’attesa
e madre di speranza Ora pro nobis.
Donna del sorriso
e madre del silenzio Ora pro nobis.
Donna di frontiera
e madre dell’ardore Ora pro nobis.
Donna del riposo
e madre del sentiero Ora pro nobis.
Ave Maria, Ave…
Donna del deserto
e madre del respiro Ora pro nobis.
Donna della sera
e madre del ricordo Ora pro nobis.
Donna del presente
e madre del ritorno Ora pro nobis.
Donna della terra
e madre dell’amore Ora pro nobis.